Ogni anno, specialmente quando l’estate cede il posto all’autunno, assistiamo al verificarsi di fenomeni climatici che provocano danni consistenti. Danni che si ripercuotono sulle tasche dei cittadini, specie quelli non coperti da un’assicurazione contro i fenomeni naturali.
Il territorio italiano è particolarmente soggetto a rischio idrogeologico, pertanto terremoti, frane, alluvioni riempiono periodicamente le cronache nostrane.
Tutto fa pensare a un aumento nei prossimi trent’anni del rischio di calamità naturale, che sommato a un aumento della popolazione complessiva rischia di provocare problemi considerevoli all’agricoltura e quindi all’economia. Coldiretti riporta che nel 2021 abbiamo subito un miliardo di danni all’agricoltura a causa di piogge torrenziali, siccità, grandinate e altri disastri climatici.
Ebbene, la prossima legge di Bilancio potrebbe rendere obbligatorie polizze contro le calamità naturali. Ne ha parlato Umberto Guidoni, durante la seconda giornata del Milano Festival delle Assicurazioni, organizzato da Class Editori, MF-Milano Finanza e Assinews
Obbligo di assicurazione contro calamità naturali – Più assicurati e meno costi
Un obbligo di copertura assicurativa diffusa a livello nazionale permetterebbe di alleggerire le polizze e di diversificare il rischio, rendendo più celere la ricostruzione e alleggerendo il bilancio dello Stato.
Oggi soltanto il 5% delle abitazioni ha una copertura assicurativa contro terremoti e alluvioni.
«Speriamo nell’accoglimento degli emendamenti che saranno presentati alla prossima legge di bilancio. Con la mutualizzazione del rischio, attraverso l’obbligatorietà della polizza, il Paese verrebbe messo in sicurezza davanti alle fragilità delle catastrofi». ha dichiarato Guidoni.
L’Ania ha avviato con Confindustria un tavolo sulla business interruption. D’altronde, i fenomeni globali improvvisi come le pandemie sono quanto di peggio ci possa essere per il sistema assicurativo. Una vasta partecipazione pubblica quindi permetterebbe di tenere sotto controllo il premio. Ciò si potrebbe ottenere tramite una minore imposizione fiscale per questi rischi, suggerisce Andrea Parisi, ad e dg di Aon.
«Per coprire i sinistri da business interruption delle imprese italiane per tre mesi servirebbero circa 100 anni di raccolta premi; per questo chiediamo una partecipazione pubblica che riduca l’impatto economico, calmierando il premio» ha dichiarato Daniela D’Andrea, ceo di Swiss Re Italia.
In effetti l’Italia è un Paese sotto assicurato, probabilmente come conseguenza dell’onerosità del premio. Una maggiore penetrazione permetterebbe una diminuzione del costo.
A una maggiore diffusione della quota assicurati, quindi, corrisponderebbe una riduzione del premio assicurativo.
La polizza di tutela della casa per calamità catastrofali, inoltre, può essere portata anche in detrazione fiscale.
Possono usufruirne tutti i contribuenti, a prescindere che l’immobile sia adibito a prima casa o meno. Si può portare in detrazione il 19% delle tasse dovute allo Stato, senza nessun limite sul valore del premio sottoscritto, a patto che la somma sia pattuita espressamente per la protezione della casa dai danni degli eventi naturali.
É possibile portare in detrazione i premi stipulati a partire dal 1° gennaio 2018 in poi.
Inoltre lo Stato, per incentivare la sottoscrizione di tali polizze ancora sotto utilizzate, non prevede il pagamento di nessuna tassa alla stipula del contratto sul premio da versare.
Proteggere la propria casa dalle calamità naturali è utile, e conviene!