Alla fine della nostra vita lavorativa dovremo fare i conti con una riduzione di entrate dovuta alla differenza tra l’importo della pensione corrisposta e quello dell’ultima busta paga.
Per questa ragione una buona strategia consiste nel mettere da parte una quota della propria retribuzione in fondi pensione, affinché vengano rivalutati nel tempo tramite investimenti finanziari mirati e contribuiscano ad aumentare l’importo della pensione futura.
Che cosa sono i fondi pensione?
I fondi pensione sono una forma di risparmio di lungo periodo finalizzata a creare una pensione integrativa per gli aderenti, che andrà a colmare la differenza tra ultima busta paga percepita e pensione pubblica alla quale si ha diritto.
Possono essere sottoscritti da tutti i lavoratori (dipendenti privati, pubblici, lavoratori autonomi e liberi professionisti) così come da soggetti non lavoratori e minorenni.
Dipendenti e liberi professionisti possono versare somme a propria discrezione nei fondi pensione prescelti; i lavoratori dipendenti del settore privato possono versarvi anche la quota mensile del TFR (Trattamento di Fine Rapporto), senza intaccare il reddito disponibile.
Le somme di denaro versate nei fondi pensione vengono investite allo scopo di produrre interessi che ne aumenteranno il valore, andando a formare una pensione integrativa che si sommerà a quella pubblica quando il beneficiario maturerà i requisiti per andare in pensione.
Per aderire occorre sottoscrivere il relativo modulo di adesione e definire il tipo di gestione più adatto alle tue esigenze personali.
I fondi pensione aperti costituiscono il cosiddetto “terzo pilastro. Sono detti “aperti” siccome chiunque può aderirvi, a prescindere dalla propria categoria lavorativa di appartenenza. Sono aperti sia alle sottoscrizioni individuali che collettive (risultato di accordi tra il datore di lavoro e le rappresentanze sindacali).
I fondi pensione aperti sono fiscalmente convenienti e presentano una gestione professionale, tuttavia presentano in genere dei costi superiore alla media dei fondi privati
I fondi pensione chiusi (negoziali) sono così detti siccome possono aderirvi soltanto da coloro appartenenti a specifiche categorie di lavoratori, nella forma di adesione collettiva dei lavoratori. Ciascun contratto nazionale di lavoro ha un fondo chiuso dedicato.
I dipendenti possono versarvi il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e la contribuzione è avvantaggiata da agevolazioni fiscali. Le somme accumulate vengono gestite
I PIP (piani individuali pensionistici) sono fondi istituibili soltanto da imprese assicurative. Si tratta di fondi pensione dalla forma di assicurazioni sulla vita e accettano soltanto adesioni individuali.
I piani di risparmio personale offrono massima libertà alla disponibilità del capitale durante la fase di accumulo dei contributi e al momento del pensionamento, ma d’altro canto non sono previste particolari agevolazioni fiscali.
I lavoratori dipendenti possono aderire soltanto ai fondi pensione della propria categoria. I lavoratori autonomi invece possono scegliere soltanto i fondi pensione aperti.
Una volta determinato quale comparto del fondo pensione è più adatto al proprio profilo di rischio, si può scegliere liberamente l’ammontare e la frequenza dei versamenti da compiere. I versamenti possono essere sospesi in ogni momento e l’iscritto può decidere anche se compiere dei versamenti aperiodici. Oltre ai contributi volontari i lavoratori dipendenti possono decidere se versare nei fondi pensione il TFR maturato.
Fondi pensione: quali vantaggi offrono?
Innanzitutto, sono previste delle particolari detrazioni del fondo pensione che consistono nella deducibilità fiscale dei contributi volontari versati alla propria posizione fino a ben 5.164,57 euro annui.
I lavoratori dipendenti che aderiscono al fondo pensione ricevono un contributo dall’azienda corrispondenti in media l’1/1,5% del tuo stipendio lordo annuo.
In fase di accumulo viene applicata un’aliquota agevolata sui rendimenti pari al 20% (invece del 26% come quella applicata ad altri strumenti di risparmio).
In fase di erogazione della prestazione finale viene praticata un’aliquota agevolata, trattenuta dal fondo pensione, che va dal 15% fino al 9% in relazione agli anni di partecipazione al fondo pensione.
Quando iniziare a versare nel fondo pensione?
Poiché i risparmi del fondo pensione si rivalutano nel lungo periodo, conviene iniziare a investire il prima possibile nella propria vita lavorativa.
Inoltre anche la tassazione diventa via via più vantaggiosa con il trascorrere del tempo. Dopo 35 anni di adesione l’aliquota applicata alla prestazione finale passa dal 15% al 9%.
Come scegliere il fondo pensione adatto a te
Per scegliere il fondo pensione più adatto alle proprie esigenze è necessario guardare da un lato all’arco di tempo che ci separa dal pensionamento e dall’altro alla propria personale propensione al rischio.
Quindi non esiste una scelta giusta a priori, quanto una serie di condizioni che si devono valutare in relazione alle proprie esigenze.
I comparti dei fondi pensione possono dividersi in base al profilo del rischio in:
- comparto azionario: investe in primis in titoli azionari e offre rendimenti tendenzialmente superiori nel lungo periodo, a costo di un rischio maggiore
- comparto bilanciato: investe sia in azioni che in obbligazioni in modo da ottenere rendimenti maggiori senza eccedere nel rischio
- comparto obbligazionario: investe in primi in obbligazioni e titoli di stato secondo un profilo orientato a contenere i rischi (a costo di rendimenti inferiori)
- comparto garantito: garantisce la restituzione del capitale versato
Maggiore è il tempo che ci separa dalla pensione, e maggiore è la propria attitudine al rischio, più il comparto bilanciato e quello obbligazionario sono consigliati.
Nel lungo periodo infatti le perdite dovute alle fisiologiche oscillazioni di mercato tendono a essere riassorbite e a portare a guadagni superiori a quelli dei comparti più prudenti.
Tuttavia, se mancano pochi anni alla pensione e non se la sente di rischiare, i comparti bilanciati con maggiore presenza di obbligazioni a basso rischio e quello garantito sono scelte consigliate per restare in possesso di quanto accumulato.
Ovviamente è possibile modificare nel tempo la destinazione dei propri risparmi e il proprio profilo di rischio, in base alle proprie preferenze del momento.
Inoltre, è possibile anche spostare la quota maturata per intero da un fondo a un altro, senza perdere i benefici fiscali che si accumulano nel tempo.
Bisogna inoltre tenere conto dei costi che il fondo pensione in questione comporta: ve ne sono alcuni più costosi di altri, e tale aspetto inficia il rendimento netto maturato.
I costi dei fondi pensione si possono dividere in varie categorie:
Di adesione: sono costi una tantum (se presenti) e generalmente come cifra fissa.
Costo dei versamenti: possono essere una somma fissa annuale oppure una percentuale applicata su ogni versamento
Costi di gestione: variano a seconda della linea di investimento e sono quella che incide maggiormente sulla convenienza del fondo
Per capire quanto un fondo pensione può essere vantaggioso, possiamo analizzare lo storico dei rendimenti per farsi un’idea di quelli futuri dei quali si può beneficiare.
Ovviamente i rendimenti storici non garantiscono in alcun modo che tali rendimenti si presenteranno nel futuro; tuttavia, possono dare un’idea dell’abilità del gestore di raggiungere delle performance interessanti.
Come investire nel fondo pensione
Quando si investe in un fondo pensione, bisogna avere sempre ben chiari i propri obiettivi.
Questo genere di fondi premiano la permanenza nel lungo periodo. Nel corso degli anni possono avvenire delle crisi economiche che abbattono il rendimento delle azioni, con ripercussioni sul valore delle quote nel fondo. Tuttavia nel tempo tali perdite tendono a rientrare e i rendimenti a crescere.
Una buona strategia consiste nell’eseguire con continuità i versamenti al fine di contribuire il più possibile alla rivalutazione che avviene sui capitali accumulati.
Anticipi del fondo pensione: come funzionano
Il capitale accumulato nei fondi può essere riscattato anche prima di raggiungere l’età pensionabile, per ragioni straordinarie.
L’iscritto al fondo può richiedere un anticipo di quanto accumulato nel fondo pensione fino al 75% per spese sanitarie, per l’acquisto o ristrutturazione della prima casa per sé stessi, per il coniuge o i figli e fino al 30% per qualsiasi esigenza (dopo almeno 8 anni di permanenza nel fondo).
Il riscatto totale del fondo pensione si può chiedere in caso di:
- decesso
- invalidità permanente che riduca a meno di un terzo la capacità lavorativa, a prescindere dal fatto che il soggetto cessi o meno lo svolgimento dell’attività lavorativa
- disoccupazione che si protrae per almeno 48 mesi.
Non è possibile richiedere il riscatto totale nei cinque anni precedenti alla maturazione dei requisiti di accesso all’erogazione della forma pensionistica complementare. In tale caso si può invece richiedere la liquidazione della prestazione pensionistica stessa.
Al momento del riscatto dell’importo maturato per il pensionamento, la tassazione applicata è inferiore rispetto ad altri investimenti e oscilla tra il 15% e il 9%.